Un breve cenno storico sulle insegne pubblicitarie

 

Parlare della storia della insegne pubblicitarie non è certo semplice dato che le fonti non sono attendibili, ma di sicuro i nostri antenati ci hanno lasciato dei simboli che possono aiutarci a comprendere le origini di questa metodologia di comunicazione.

Già gli Egiziani avevano delle immagini che recavano disegni simbolici di Divinità spesso rappresentate con forme di animali che veneravano come sacri (il bue, il serpente, il coccodrillo, l'ippopotamo), così come anche per altri popoli dell'antichità tipo gli Assiri e i Caldei.

Nei libri sacri degli Ebrei si conserva ancora la memoria di diverse insegne delle dodici tribù di Israele, ognuna delle quali aveva la sua particolare simbologia: un leone per quella di Giuda, una nave per quella di Zabulon o un firmamento stellato per quella di Issachar e così via.

Possiamo riscontrare anche nella civiltà greco-romana forme di insegne semplici: uno scudo, un elmo o una corazza sostenuti su una lancia.

Infatti a quel tempo, camminando per le strade di una città, si potevano notare dipinte sui muri le insegne dei negozi, dei veri e propri manifesti, che stavano ad indicare ciò che vendevano; un'ottima strategia, considerando che a quel tempo la maggior parte della popolazione era analfabeta.

Di conseguenza si evince da sola la necessità di trovare il modo di comunicare e rivolgersi, attraverso simbologie, ad ogni ceto sociale.

Con l’affermarsi della rivoluzione industriale e con la produzione di massa, volta alla ricerca di un alto numero di consumatori, il secolo XIX denota un’autentica esplosione e un articolarsi sempre più consapevole dei mezzi e delle tecniche pubblicitarie, dall’annuncio illustrato, al volantino, al grande manifesto colorato, all’insegna.